L’abitudine di gustare antipasti veloci prima del pasto principale, in particolare durante le occasioni festive, è una tradizione amata e condivisa da numerosi italiani.
Ma questa pratica non è di recente introduzione o una moda passeggera, poiché risale addirittura all’antica Roma.
I romani attribuivano grande importanza all’apertura del pasto con gli antipasti per diversi motivi. Innanzitutto, si credeva che questi stuzzichini avrebbero stimolato l’appetito e preparato lo stomaco per i cibi più pesanti che sarebbero seguiti. Inoltre, gli antipasti erano considerati un modo per mostrare la generosità e l’ospitalità dell’ospite.
Questa tradizione degli antipasti si è mantenuta nel corso dei secoli e si è evoluta nel panorama culinario italiano moderno.
Oggi gli antipasti italiani sono noti per la loro varietà e gusto eccezionale.
Possono includere piatti come bruschette, salumi, formaggi, crostini, olive, verdure sott’olio e molti altri. Gli antipasti sono spesso accompagnati da una buona selezione di vini, che ne esaltano i sapori.
Il termine “antipasto” ha origini romane, deriva dalla locuzione “ante-paestum”, che significa letteralmente “prima del pranzo”.
Questo concetto indicava gli alimenti leggeri e di semplice preparazione che venivano serviti all’inizio del pasto.
Dopo la caduta dell’Impero Romano e per tutto il Medioevo, però, sembra che l’antipasto cadde in disuso, ma nel Cinquecento riapparve e da allora non è più scomparso dalla consuetudine, diventando anzi la norma anche fuori corte non appena il popolo se l’è potuto permettere. Quindi parecchi anni dopo..!
Inizialmente, infatti, le classi meno abbienti si limitavano principalmente a consumare piatti unici e basavano la loro alimentazione sulla filosofia del “mangiamo ciò che c’è” e “non lasciamo gli avanzi”.
Ma è proprio da qui che sono nate alcune prelibatezze, quello che oggi viene chiamato “cibo povero”, realizzato con materie prime magari non pregiate, ma dal gusto incredibile.
Quindi, l’antipasto ha radici romane e ha subito alti e bassi nel corso dei secoli, ma è tornato nel Rinascimento ed è diventato una consuetudine culinaria che persiste, ora forte più che mai.
Nelle diverse regioni del nord Italia, ci sono numerosi antipasti tipici che possono essere gustati.
Ecco di seguito alcuni esempi, ma come sappiamo la gastronomia italiana è piena di infinite proposte culinarie, da gustare prima o durante i pasti.
• In Piemonte, si possono trovare involtini di cavolo o verza, carne all’Albese, pinzimonio di ortaggi, vitello tonnato e bruschette con Taleggio DOP e noci.
• In Lombardia, si possono gustare bignè con fonduta e tartufo bianco, biscottini salati al Gorgonzola DOP e semi di papavero, ciabatta casareccia con Salame Brianza DOP, crema di patate e olive nere con Salame Brianza DOP e crostini di Salame Cremona con crema tartufata.
• In Veneto, si possono degustare asparagi e uova in sughetto, baccalà mantecato, e l’imperdibile polenta.
• In Trentino Alto Adige, si possono trovare bretzel, crostatine tirolesi con funghi e speck e strudel salato e ovviamente la polenta in ogni sua variante.
• In Liguria, si possono assaporare acciughe crude all’agro, aringhe e patate al prezzemolo, caponata, cozze fritte o ripiene, crostini di mare, fiori di zucca fritti e paniccette fritte.
• In Friuli, si possono gustare tortino ai porri, spuma di formaggio e bombolotti di ricotta, magari accompagnate da un buon Friulano.
• Infine, nella nostra Emilia Romagna non si possono dimenticare i salumi, accompagnati da tigelle, crescentine fritte, piadine, accompagnati da un bel calice di Ortrugo a Piacenza, di Lambrusco a Modena, di Pignoletto a Bologna e di Sangiovese in Romagna.
Ogni regione del nord Italia ha le sue specialità e tradizioni culinarie, capaci di offrire una varietà di antipasti unici e deliziosi.
Questa è solo una selezione dei piatti tipici, ma l’offerta è molto ampia e varia da regione a regione. E, soprattutto, gustosa.