Un sapore ineguagliabile. E tanta tradizione alle spalle.
La Tigella (o Crescentina) e lo gnocco fritto sono due prodotti tipici della tradizione gastronomica emiliana, amati sia da chi vive queste terre, sia da chi giunge nel nostro territorio da altri Paesi.
Grazie al loro gusto inconfondibile, infatti, questi due prodotti hanno saputo farsi spazio nei cuori degli amanti della cucina, portando in tavola storia e sapori in un unico piatto.
La Crescentina – ormai comunemente chiamata tigella, nome derivante dai dischi di terracotta o di pietra refrattaria in cui originariamente erano cotte – è per eccellenza il pane dell’Appennino Modenese.
Un prodotto immancabile, come spiega la cultura popolare modenese, nei momenti conviviali: che sia estate o inverno, preparate davanti al camino o gustate in giardino, le Tigelle sono il cibo – e il pretesto – perfetto per gli eventi da trascorrere in compagnia.
Così si usa, infatti, da secoli: anche in passato, questo prodotto veniva adottato come soluzione per il pasto da consumare insieme agli altri, consentendo a cuochi e commensali di trascorrere insieme sia il tempo della preparazione sia quello della consumazione.
Tradizioni, queste, ancora vive nella nostra contemporaneità. La loro semplice preparazione non mette in crisi nemmeno i cuochi novelli: le Tigelle sono infatti cucinate con pochissimi ingredienti (acqua, farina, olio e sale) ed una rapida preparazione.
Tradizionalmente venivano tagliate a metà e farcite con il pesto alla modenese, ovvero lardo di suino battuto con aglio, rosmarino, pepe e una spolverata di Parmigiano Reggiano. Oggi possono essere anche semplicemente accompagnate con salumi e formaggi.
Così come accade con lo gnocco fritto, altro capostipite della nostra tradizione.
Nelle province di Modena e Reggio Emilia viene chiamato anche gnòc frètt o gnòcch fritt dal dialetto locale: il fumante rettangolo di sottile pasta fritta in olio bollente, grazie al suo sapore, rappresenta ancora oggi uno dei piatti più amati del territorio.
Anche le origini di questa ricetta sono curiose e affascinanti: un tempo, lo gnocco fritto rappresentava la colazione ed il pranzo dei contadini.
Sì, anche la colazione: un’usanza che, in realtà, non è ancora andata del tutto dispersa. Questo perché i suoi ingredienti e la sua ricetta propongono un prodotto leggero, non unto, che si presenta come una nuvola di pasta che si gonfia durante la frittura: ovviamente, è da gustare ben caldo.
E se i nostri territori emiliano-romagnoli offrono prodotti dal gusto e dal valore inestimabile, tra le nostre prelibatezze non mancano di certo gli affettati.
È questo, infatti, l’abbinamento perfetto per accompagnare lo gnocco fritto: con dal Crudo di Parma, al Salame di Langhirano o la Coppa imbevuta all’Amarone, ottimo anche gustato con lo stracchino. Altrettanto intrigante se accompagnato da creme spalmabili dolci, come la nutella e perché no una spolverata di cocco grattugiato.